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  • Immagine del redattoreIl grillo parlante

Care donne .... da Franca Viola

LEGGE N. 442 DEL 1981: abrogazione del delitto d'onore e del matrimonio riparatore

Caro direttore del giornale “Grillo parlante”,

Sono Franca Viola, un’anziana donna. Nella “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, ho deciso di scriverle, per raccontare quello che mi è accaduto quando avevo solo 17 anni.

Un ragazzo di nome Filippo Melodia mi corteggiava insistentemente, perché ero una bella fanciulla. Lui apparteneva ad una famiglia mafiosa e benestante, per questo era molto temuto e rispettato ad Alcamo, in Sicilia.

Io rifiutavo le sue avance e lui si sentì offeso per avergli rovinato il suo “status”. Mi rapì con una banda e mi rinchiuse in un casolare, dove mi molestò senza il mio consenso, ovviamente.

Dopo tutto ciò, inviò a mio padre una lettera, dove chiedeva il matrimonio riparatore, così sposandolo avrei annullato il suo reato. Era un atto previsto dalla legge, se ne rende conto?

Io naturalmente non potevo accettare una cosa simile, sposare una persona che non amavo e che per di più mi aveva trattato in quel modo. Ma da quel momento cominciò un calvario.

Iniziò il processo: la polizia scortava me e la mia famiglia, perché subivamo atti violenti, come per esempio quella volta che incendiarono la nostra tenuta in campagna.

Tutta Alcamo era contro di me. Cosa da pazzi! Non avevano capito che ero io la vittima.

Però, nonostante tutto non mi sono mai arresa, infatti ho vinto il processo. Filippo ha dovuto scontare 11 anni di carcere, ed io ho sposato l’amore della mia vita, mio marito.

Il vero motivo per cui scrivo ciò, è per far capire a tutte le donne che ci dobbiamo far valere, dobbiamo essere autonome e dobbiamo denunciare i soprusi e le violenze.

Per fortuna oggi ci sono delle leggi che ci difendono e per questo non dobbiamo avere più paura. Molti dicono che sono stata una ragazza coraggiosa, a dire quel “no”, in quel tempo in cui la libertà delle donne era molto limitata. Ma io non mi ritengo coraggiosa. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza: ho ascoltato il mio cuore.

Ed è proprio alle ragazze di oggi che mi rivolgo attraverso il suo giornale, per dire che se una donna subisce una violenza, fisica o psicologica che sia, la prima cosa che deve fare è pensare che tutto ciò non è colpa sua, non è lei che sta sbagliando, non deve giustificare questi gesti. Perché chi oggi ti urla, ti umilia, ti mortifica, domani ti picchia e un giorno, un giorno ti ammazza. NON ASPETTARE ALLORA, DENUNCIA!


ILARIA MINCUZZI, 3A


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