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  • Immagine del redattoreIl grillo parlante

UNO SCHIAVO GRECO NELLE IDI DI MARZO

In una giornata di marzo del 44 a.C a Roma nel foro romano, Aburius, un mercante di schiavi, cercava di convincere la gente a comprare il suo unico schiavo di nome Dimitrios, di origine greca.

Alcune settimane prima, Dimitrios era ad Atene ed ebbe un messaggio da suo cugino Tasos, un abile architetto che viveva ad Alessandria, il quale gli chiedeva di raggiungerlo per aiutarlo nei suoi progetti, visto che il protagonista aveva un grande talento nei calcoli numerici e letterali.

Dimitrios così chiese ad un suo amico di nome Loannis, che aveva una nave merci, di dargli un passaggio fino ad Alessandria.

Loannis accettò e i due salparono con la nave.

Dopo alcuni giorni di navigazione nel Mar Mediterraneo, arrivarono a destinazione. Loannis, poiché era molto impegnato a scaricare la merce in altre importanti città dello stato romano, lasciò l’amico ad Alessandria e partì per altre destinazioni.

Subito dopo, Dimitrios cominciò a cercare la casa di Tasos.

Nell'ammirare la splendida città, notò uno schiavo che sembrava che stesse

scappando da qualcuno.

Dimitrios si avvicinò allo schiavo e gli chiese:


-Scusami, sai dov'e la casa di un architetto di nome Tasos ?


-Lo schiavo rispose: No, mai sentito nominare.


E poi lo schiavo corse subito verso il porto per tuffarsi in acqua. Dopo arrivò un mercante di schiavi di nome Aburius che disse a Dimitrios:


-Non puoi farmi correre così, Acutus !!


-Scusi, deve avermi scambiato con quel ragazzo che è andato al porto. Penso che che scappava da qualcuno. E comunque il mio nome è Dimitrios, non Acutus.


-Per favore Acutus, non prendermi in giro per una volta. Dai, andiamo a Roma che qui non apprezzano molto la mia merce.



Il mercante scambiò Dimitrios per Acutus (lo schiavo) perché si assomigliavano molto ed indossavano vestiti simili, così il protagonista fu costretto a partire verso Roma.

Per questo motivo Dimitrios stava seduto fino a quando qualcuno non lo avrebbe comprato.

Nel frattempo, Dimitrios ammirava i monumenti che lo circondavano e sentiva il forte frastuono che facevano i cittadini romani quando andavano al mercato.

Alla fine Aburius, stanco di vendere schiavi, liberò Dimitrios.

Quest’ultimo, non sapendo cosa fare, passeggiava per vedere alcuni importanti monumenti dell’imponente città.

Ad un tratto riconobbe la Curia del teatro di Pompeo, nella quale si riunivano i senatori, che in quel momento scappavano terrorizzati per qualche strano motivo.

Dimitrios, ignaro di quello che stava accadendo, assistette alle famose “idi di Marzo” in cui dei senatori armati di pugnale assassinarono Gaio Giulio Cesare, che in quel momento era in senato per motivi politici.

Dimitrios ritornò al foro e vide tante persone ammassate che si erano riunite per vedere qualcosa, di cui lui non era a conoscenza.

Dimitrios cercò di farsi largo tra la folla per capire che cosa stavano guardando.

Ad un certo punto, vide un uomo con lo sguardo infuriato, che stava facendo un discorso per animare la rabbia della gente.

Dimitrios capì che quell’uomo era Marco Antonio, un importante politico e generale di cui tutti parlavano.

Il protagonista, non amando molto la politica, se ne andò altrove per non non farsi influenzare dalle parole di Marco Antonio, anche se non comprendeva di che cosa stava effettivamente parlando.

Quando Dimitrios si affacciò sul Tevere, incontrò improvvisamente suo cugino Tasos e così gli chiese che cosa stesse facendo a Roma.

Tasos spiegò a suo cugino che era venuto a Roma per motivi di lavoro, mentre Dimitrios gli raccontò come era arrivato da Atene a Roma.

I due, che erano affamati e che volevano un posto dove sedersi, andarono all'osteria più vicina.

Mentre Dimitrios e Tasos stavano stuzzicando qualcosa da mangiare, discutevano dell'assassinio di Cesare e di come la politica può essere a volte sanguinaria.



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