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  • Immagine del redattoreIl grillo parlante

FREE WRITING: IL TEMPORALE

Goccia dopo goccia, tic tac, tic tac, come i passi di un ballo, inizia a scendere la pioggia.

Sento la pelle bagnata ma non importa, sono troppo affascinata da quel gioco oscuro.

Pian piano un brivido scorre nelle vene e fa tremare tutto il corpo. Emana un senso di pace, di liberazione.

Alzo gli occhi e vedo il cielo buio, che nasconde le sue nuvole, a causa della sua oscurità.

Lo osservo a lungo sperando di trovare una stella, ma non ne vedo neanche l’ombra.

Poi improvvisamente appare un fascio di luce e in seguito a esso un forte rumore si propaga. La terra trema e io con essa. Quella pace iniziale si è tramutata in paura, terrore.

Ritorna la tranquillità. Si è fermato. Immagini. Invece è pronto lì, quel mostro oscuro, ad afferrarti e ad impaurirti sempre di più in quel silenzio logorante. Fatto appositamente per poi essere infranto, come un vaso di vetro, così che ti possa ancor più spaventare.

Provo a tapparmi le orecchie ma non cambia, solo alla vista incute ansia.

Allora scappo, cerco un posto in cui potermi salvare dalla grinfie di quel mostro. Mi rintano nella mia cameretta con la luce accesa, aspettando che quell’oscurità mi lasci in pace.

Ma invece lui è sempre lì, mi guarda e in un certo senso mi attira verso di essa.

Indosso delle cuffie, decidendo di ignorarla ma non riesco. Mille voci mi dicono di lasciarlo perdere, che lui è il male, ma non ci riesco.

Apro la finestra a poco a poco, ancora impaurita. Poi mi butto tra le braccia del mostro. Ormai mi ha presa, penso.

A un certo punto sembrava aver smesso, l’ingannatore. Che con il suo fascino attira tutti e poi loro ne pagano le conseguenze.

Io, ingenua, persa a osservare nei minimi particolari quello spettacolo dell’orrore, l’inizio di un film horror. Lampi ancora perpetui nel cielo, ma io mi avvicino sempre di più.

E come Icaro tentato dal Sole va incontro al suo nemico, ugualmente faccio io con l'oscurità.

Entrambi paghiamo il prezzo per la tentazione.

Faccio un patto con il mostro: mi avrebbe portato nel suo mondo e io però non potevo più lasciarlo. Accetto senza pensarci.

Improvvisamente una luce mi colpisce, mi sento folgorata, finalmente ero arrivata all’oscurità. Mi guardo intorno. Ero sola.


ILARIA MINCUZZI, 3A

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