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#CUORICONNESSI CONTRO IL CYBERBULLISMO

Martedì 09 febbraio 2021, io ed i miei compagni abbiamo partecipato ad un incontro dal titolo #CUORICONNESSI, nel quale polizia di Stato e Unieuro si sono uniti per la sensibilizzazione contro il cyberbullismo.

Questo meeting digitale, al quale erano connesse più di 250.000 scuole italiane, è stato organizzato in diretta su youtube in occasione della giornata mondiale della sicurezza in rete (Safer Internet Day).

Io e gli altri miei quattro compagni in presenza ci siamo connessi insieme alla professoressa Rosa Tagarelli, docente referente del bullismo nella mia scuola, attraverso la lavagna multimediale di cui dispone la nostra classe. I compagni che hanno scelto la DAD si sono connessi automaticamente alla diretta con i loro dispositivi, rimanendo in collegamento meet con la professoressa.

L’incontro ha avuto inizio con la presentazione del progetto, in seguito è stato condiviso un video realizzato dai ragazzi di una scuola di Napoli, che trattava un episodio di bullismo che mi ha molto coinvolta.

Un ruolo molto importante è stato ricoperto da alcune ragazze che sono state vittime di bullismo/cyberbullismo e che sono state liberate proprio dal progetto #CUORICONNESSI. Esse hanno presentato la propria storia e hanno espresso le proprie sensazioni, prendendo coraggio e condividendo degli eventi, che hanno segnato la loro vita, con moltissime persone, per far conoscere degli aspetti della rete che alcuni non conoscevano ed altri sì, ma facendo riflettere su queste storie brutali che esistono e potrebbero coinvolgerci da un momento all’altro. NON VENGONO INVENTATE!

Nei vari interventi fatti nel corso della riunione da capi di polizia, ministri ecc… si è parlato di molti argomenti.

I fenomeni di revengeporn, sexting e pornografia coinvolgono anche bambini piccolissimi, dai 3 ai 9 anni, che, per via del mancato controllo genitoriale, si trovano davanti ad azioni estranee ai loro occhi ed incontrollabili.

Quando si è vittime di cyberbullismo, bisogna SUBITO condividere con qualcuno di cui ci fidiamo l’accaduto, per poi denunciarlo. Il tempo, in questi casi, è un elemento fondamentale, perché la rete agisce senza porsi limiti e basta un click per cambiare la propria vita o quella di qualcun altro.

Possiamo riferirci ad un genitore, ad un amico, ad un professore, ma l’importante è condividere il proprio dolore e non tenerlo nascosto, perché ci aiuta a sentirci liberi e non più soli.

Inoltre, se qualcuno ci contatta attraverso un profilo fake, ci si può rivolgere alla polizia postale che, rintracciando le azioni del proprietario dell’account, potrebbe riuscire ad identificarlo.

Gli episodi di cyberbullismo portano varie conseguenze sia per chi subisce (come mal di vivere, autolesionismo…), sia per chi agisce (anche penali).

I momenti che mi hanno maggiormente coinvolta ed hanno suscitato in me molte emozioni sono stati quelli in cui le tre ragazze (Alessia, Camilla e Sofia) hanno condiviso le proprie testimonianze, abbattendo la paura.

Questo meeting è stato molto interessante. Non mi sono mai annoiata, perché è stato strutturato in modo da coinvolgere la mia attenzionee quella dei miei coetanei. Spero di vivere nuove esperienze di questo genere!


Pontrelli Irene

Classe III B



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