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CONCORSO TEATRALE SKENE'

IL BUIO DENTRO NON SI DIMENTICA


Avete mai sentito parlare di Dante? Quel famoso scrittore fiorentino, che scrisse una certa Divina Commedia, o qualcosa del genere? Noi lo abbiamo studiato, ne siamo rimasti così affascinati che abbiamo deciso di interpretarlo, paragonandolo e associandolo alla situazione che stiamo vivendo da ormai due anni. Il “Buio Dentro” che rappresenta il grande confronto tra il periodo buio che stiamo affrontando ovvero la grande emergenza sanitaria e l’inferno di Dante, ha coinvolto i ragazzi della 3B. C’è stata una grande preparazione scenografica e tecnica, con una fase di gestione degli abiti di scena di ognuno di noi con i vari cambi di costumi, dei copioni e della scenografia preparati apposta. Studiati i copioni, pronti i costumi, ora inizia lo spettacolo! Ci siamo diretti presso la scuola Gaetano Salvemini, dove ci hanno accolto alcuni ragazzi che studiano appunto in questa scuola. Arrivati ai camerini, l’ansia ha bussato alla nostra porta, perché recitare in un vero e proprio teatro per tutti noi era una novità. Scaricata la tensione, abbiamo svolto gli ultimi preparativi e ci hanno accompagnato dietro le quinte. A seguito di una piccola introduzione ci siamo esibiti con il nostro spettacolo che ha fatto emozionare molti, visto il grande tasto che si andava a toccare. Lo spettacolo inizia con più ragazzi che entrano uno di seguito all’altro dicendo piccole parole, ma con un grande significato che ti fanno davvero riflettere. Alla fine della prima scena viene ricreato un balletto che rappresenta le anime dannate dell’inferno che si esprimono attraverso i movimenti. Nella seconda scena quattro ragazzi raccontano la storia del camminatore, che vi starete chiedendo chi sia ... Lui era un uomo che camminava tanto. A causa del fumo aveva vari problemi e fare lunghe passeggiate secondo lui poteva aiutarlo. Pensava solo a camminare, però purtroppo non ce l'ha fatta. Abbiamo collegato a questa grande storia la tragedia che stiamo affrontando con il covid, per questo abbiamo concluso il nostro spettacolo con l’entrata di ognuno di noi che diceva una frase su una delle vittime di questa brutta bestia, specificando il nome e gli anni. Ve ne citiamo qualcuna: “Paolo, i suoi caffè erano unici, 52 anni”, “Sabrina, i pazienti l’aspettavano già dal mattino, 44 anni”, e molte altre… sono piccole frasi, ma ti fanno capire tanto; ti fanno capire il valore della vita, ti fanno capire quanto sia importante vivere, ti fa capire che non dobbiamo essere egoisti e che bisogna godersi tutte le persone che ci circondano, perché poi sarà troppo tardi e loro non ci saranno più. Chissà forse saranno volate in cielo. Quello che abbiamo creato aveva uno scopo: far comprendere davvero l’importanza delle cose e di non essere indifferenti rispetto a ciò che ci sta attorno. Speriamo che il messaggio sia arrivato e che possiate interpretarlo al meglio.

Risoli Giorgia e Erika Cinquepalmi




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