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CREA IL TUO AUTOMATISMO E SPERIMENTA LE FORZE IN GIOCO

AUTOMATISMO

Che cos’è un automatismo? E come poterlo comprendere con semplicità?

Tra le proposte della nostra docente di tecnologia, Giovanna inversi, c’erano: l’automatismo del mulino a vento, il movimento del corpo di un lombrico, il volo di un uccello e la riproduzione sonora di un tamburello.

La professoressa ci ha assegnato un compito che richiedeva di costruire uno tra questi automatismi. Dunque io ho scelto il video che costruiva proprio l’automatismo che stavo cercando: il movimento delle ali di un volatile.

Mi sono messa all’opera e ho cercato tutto il materiale di riuso che mi serviva per realizzarlo.

Poi con molta pazienza, ho incominciato a costruirlo e per completarlo ho impiegato un’intera mattinata. Ma è stata una grande soddisfazione veder realizzato il mio gran lavoro dal nome: “DIY, a bird in free flight”

Ho scelto questo automatismo, tra tutti quelli proposti dalla mia professoressa, perché mi sono ispirata alla storia de “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach, drammatizzata da noi studenti in occasione dell’iniziativa “Io leggo perchè”.

Sono felice di essermi impegnata nella realizzazione di questo automatismo. Ci vediamo alla prossima sfida!!

Gaia Stella - 2A



Automatismo

Cari lettori, vi chiederete come è nata la mia idea di questo automatismo?

La risposta risiede in una mia semplice domanda e cioè:

Ilaria ama i gatti e voi?

Se la risposta è sì, allora questo è il mio progetto, ideato e creato per la rappresentazione sull’automatismo a manovella che la professoressa di Tecnologia ci ha assegnato.

La traccia era: - “Scegli un video tutorial sulla realizzazione di un automatismo come ruote dentate, sistema biella a manovella ecc.;

- Elenca in una tabella i materiali e gli strumenti occorrenti

- Realizza il tuo progetto.

Ebbene sì, non vi nascondo che in principio, guardando i vari tutorial proposti dalla professoressa e confrontandomi con i miei compagni, mi balenavano in testa tante idee, ma poi mi sono focalizzata su ciò che piace a me personalmente e ho cercato di mettere in pratica il mio progetto.

Ricordo tutto come se fosse ieri...

Il venerdì pomeriggio, dopo l’assegnazione su classroom, iniziai a prendere tutto il materiale occorrente: cartone, cannucce, forbici,colla, taglierino ecc.

Sabato mattina mi svegliai con tanta euforia e iniziai a creare la base, i vari meccanismi più complicati e mano a mano riuscivo ad assemblare i vari pezzi.

Quasi due settimane, perchè nei pomeriggi, tra i compiti riuscivo a ritagliarmi il tempo per far sì che il meccanismo potesse funzionare alla perfezione, in quanto avevo riscontrato qualche difficoltà, ma poi ... ci sono riuscita!

Il lunedì successivo ho portato nella mia classe, all’interno di un cartone affinché non si rovinasse, il mio elaborato.

Avevo rappresentato un gatto che, con la sua zampina che andava su e giù, voleva afferrare un topo che scappava, che a sua volta rincorreva il suo pezzetto di formaggio.

Mi è piaciuto molto questo compito assegnatoci, sono soddisfatta e felice che da un’idea -sono riuscita ad realizzarla e... “automatizzarla”.

Ho potuto condividere la mia gioia e dare

risposta alla mia domanda e cioè che...

Come me, i miei compagni e la professoressa amano i gatti in movimento!

Ilaria D'Ursi 2A


Per automatismo s’intende un meccanismo automatico; il termine stesso identifica sistemi per gestire le macchine diminuendo la necessità di un intervento umano, il ripetersi di determinate operazioni è la certezza di ripetere l’azione allo stesso modo. Nell’ esempio riprodotto durante il lavoro assegnato dalla prof.ssa di Tecnologia ho deciso di costruire un sistema ad energia manuale che attraverso una manovella collegata ad un asse trasmettesse energia a due bielle queste alternandosi nel movimento azionano le braccia di due personaggi, che suonano, “martellando” una campana. L’idea mi è venuta osservando alcuni orologi delle torri campanarie, nelle aree del centro europa, utilizzate figurativamente per segnare l’ora del giorno. Un esempio la torre campanaria di Udine.

Uno di questi primi orologi fu realizzato da un orologiaio a Digione in Francia ed era dedicato ai pellegrini che si recavano al santuario di Santiago di Compostela.

Jacquemart termine francese risalente al medioevo che composto dalle parole

Jacques: Giacomo e Giacobbe

Marteler: martellare.

La prima meccanica di questi orologi invece, risale al primo secolo dopo Cristo, Erone di Alessandria, matematico e inventore greco progettò uno dei primi meccanismi del genere però a vapore per uno spettacolo teatrale per muovere delle figure grazie a leve e ruote dentate.

Questa esperienza mi ha consentito di fare un’ attività di “making” e al tempo stesso di apprendere una curiosità “tecnologica” sul meccanismo di funzionamento degli orologi.

M.L.Positano- 2A








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